Comincia a Pordenone dal 24 al 26 giugno la sfida in quattro atti della Coppa del Mondo FIM Bajas.
Dopo l’Italian Baja, a luglio si correrà in Spagna, ad agosto in Ungheria e a settembre in Portogallo. Sui greti di Meduna, Cosa e Tagliamento, gli specialisti d’oltre confine hanno sempre incontrato tante difficoltà di tracciato, strategia e orientamento. Guadi, buche, sassi e fango, sono ostacoli micidiali per chi è abituato a tavolieri aridi, a macinare polvere, a solcare sabbia.
Ecco spiegata, in massima parte, la supremazia dei biker di casa nei confronti di qualsiasi avversario, si chiami addirittura Stephane Peterhansel che nel 2013 si è dovuto accodare ad Alessandro Ruoso. Quest’anno l’avianese forse non potrà essere al via per i postumi di una brutta caduta in Marocco nella prima prova delle Dakar Series, dove ha comunque ottenuto il pass per l’edizione 2017. “Se possibile sarò in gara con un tutore alla spalla” afferma Ruoso facendo appello alla sua grinta smisurata.
Figurarsi le aspettative dei suoi tifosi e di tutti gli appassionati pordenonesi, però nel caso bisognerà mettere in conto un duello non alla pari con Vanni Cominotto, uno che sul “giardino di casa” va fortissimo. Il biker di Dignano, vincitore nel 2014 su Yamaha, stavolta avrà una Husqvarna 450 per tenere dietro avversari francesi (Michael Pisano, Xavier De Soultrait, Brice Barbier, Loic Minaudier, Christophe Colletta), lo spagnolo Oriol Vidal Montijano, l’ungherese Lajos Horvath, il ceco Rudolf Lhotsky. Temibile rivale il sanmarinese Alex Zanotti (Smr 450 Bora). In lizza anche una pattuglia d’italiani tra i quali emerge Stefano Biscontin da Porcia.
FRANCO PICCO. Dodici lustri l’età di questo “highlander” del fuoristrada, sempre pronto a nuove avventure, esempio carismatico per le giovani generazioni. Il vicentino Picco, protagonista in auto al debutto dell’Italian Baja (1993), tornato l’anno scorso su quad Can-Am, ha scelto di cavalcare l’Italian Baja 2016 in sella a un’Asiawing 450 cc.
Carlo Ragogna Ufficio Stampa italian Baja